Cos’è un matrimonio se non l’unione di due persone che si amano davanti a coloro che fanno parte della loro vita? Un tempo l’unione di due persone era un rito di passaggio a cui partecipava la tribù, per festeggiare insieme e vivere la condivisione del momento.
Con l’arrivo del cristianesimo, la cerimonia passò da simbolica a religiosa, con dogmi definiti e poca possibilità di personalizzazione. In Italia la cerimonio religiosa cristiana, anche se in decremento, rimane ancora la più frequente e spesso questo non è dovuto alla fede degli sposi, ma a scelte ben più pratiche, alla paura del cambiamento ed alla paura del giudizio degli altri.
Con gli anni, il numero di chi non voleva una cerimonia religiosa cattolica e non aveva paura di dirlo ad alta voce è cresciuto e piano piano il matrimonio civile in comune è diventato normale ed accettato anche dal giudizio collettivo.
C’è un problema però in queste due forme di matrimonio: se quello cristiano è ricco di dogmi, riti e simboli che se non condividiamo possiamo non voler utilizzare, quello in comune è completamente spersonalizzato, poco più di 5 minuti di articoli del codice civile che vengono letti da un celebrante.
Possiamo quindi avere un matrimonio che ci rappresenti davvero? Sicuramente sì!
Numerose sono le motivazioni che spingono una coppia a scegliere un rito simbolico. Tra le tante ricordiamo il diverso credo religioso, l’unione dello stesso sesso , un secondo matrimonio o semplicemente il considerare superfluo dover firmare un contratto per essere certi dell’amore reciproco.
Il rito civile simulato offre la possibilità di essere celebrato ovunque. Nella bella stagione, pertanto, la maggior parte delle coppie si sbizzarrisce optando per luoghi all’aperto, in rigogliosi giardini degni di versi poetici. Particolarità del rito simbolico è proprio il fatto che potrete costruire a vostro piacimento il testo della cerimonia che l’officiante dovrà pronunciare.
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